Cosa fare in caso di incendio boschivo ?

 

Il bosco e il fuoco – Incendio

Milioni e milioni di anni fa a rendere respirabile l’atmosfera della Terra giunse la più bella invenzione della natura: la flora. Alghe verdi e piante, grazie alle loro cellule verdi e all’energia del Sole, eliminarono i gas letali alla vita, cominciando a produrre ossigeno.

Ancora oggi sono gli alberi, l’erba dei prati e le microscopiche piante verdi in sospensione sui mari e sui laghi (fitoplancton) a depurare l’aria e a fornirci l’ossigeno che ci consente di vivere.

Il Mondo Vegetale non si limita a rendere l’aria respirabile, esso contribuisce a trasformare sali minerali non assimilabili in sostanze organiche assimilabili. Grazie a ciò crea cibo per esseri più complessi come insetti ed animali. L’uomo, che rappresenta l’ultimo anello della catena ali­mentare, trae sostegno e beneficio da ciò cibandosi dei frutti e degli animali.

L’immagine più completa e interessante del Mondo Vegetale è la foresta, un insieme di grandi piante chiamate alberi, di piccole piante che rappresentano il sottobosco e di micropiante come funghi e muschi. All’interno di questa foresta insetti ed ani­mali trovano il loro habitat naturale e vivono in stretta relazione con le piante, con le quali hanno rapporti regolati da leggi biolo­giche che permettono un perfetto equilibrio naturale, (infatti men­tre gli erbivori limitano la crescita eccessiva di vegetazione, gli uccelli diffondono i semi e distruggono gli insetti nocivi. Al di sopra di questi animali sono i predatori che controllano le varie specie. Ogni animale poi con gli escrementi e la morte restituisce i sali minerali al terreno).

Oggi purtroppo le grandi foreste sono limitate a poche aree geografiche del Globo come la Russia, l’Indonesia, l’America del Sud e il Canada; altrove, come vestigia di foreste antiche, restano i boschi. L’Italia ha 8.675.000 ettari di superficie boscata, più o meno integra, distribuiti quasi tutti su colline e montagne.

Nell’800 avevamo 15 milioni di ettari di superficie boscata, oggi i boschi si sono ridotti sensibilmente a causa di disboscamenti insensati, di incendi e di tagli per far spazio all’agricoltura e all’urbanizzazione. Ma circa 9 milioni di ettari di terreno coperti da alberi sono sempre tanti; importante è oggi far sì che questi “biotopi” possano  sopravvivere per le generazioni future.

Per far ciò lo Stato e le regioni hanno emanato leggi di protezione per l’ambiente naturale, istituendo parchi e riserve naturali e in particolare per la salvaguardia dei boschi dal degrado e dagli incendi; ma nonostante ciò l’inquinamento dell’aria e dei fiumi, il degrado dei sottoboschi e gli incendi ogni giorno minacciano la vita dei nostri boschi. Soprattutto gli incendi! Fuoco distruttore che uccide piante ed animali, eliminando in pochi minuti ciò che la natura pazientemente ha costruito in millenni.

Il fuoco

Premettiamo subito che in Italia, come invece può capitare in Paesi tropicali e equatoriali, i boschi non possono bruciare da soli per effetto dell’autocombustione. Gli incendi si possono manifestare solo per colpa diretta o indiretta dell’uomo. Vedremo più avanti le specifiche cause che abbiano l’incendio nei boschi, intanto vediamo qual’è il danno che procura il fuoco.

I boschi, si sa, oltre a fornire l’ossigeno all’atmosfera, forniscono l’umidità. L’albero infatti attraverso le foglie respira, traspira ed emette vapor acqueo. Quest’aspetto è estremamente importante perché anche in periodo di siccità c’è emissione di vapor acqueo, con la conseguente sopravvivenza di tutte le piante; questo fatto diventa benefico per le campagne, per i villaggi e i paesi limitrofi, che nei periodi di prolungato caldo riescono ad avere un’attenuazione degli effetti solari (microclima). Oltre a ciò il bosco trattiene, nei periodi delle piogge, forti quantità di acqua, che riutilizza nei periodi caldi. Il trattenimento delle acque, soprattutto sui pendii delle colline e dei monti, evita le alluvioni e le frane. Un incendio può cancellare in un sol colpo tutto ciò, lasciando i terreni, soprattutto quelli in forte pendenza, alla mercé delle acque meteoriche, determinando nel tempo la sterilità del suolo.

La scomparsa di un bosco facilita il libero sfogo delle acque meteoriche, le quali, non più frenate dalle chiome degli alberi, dalla lettiera di foglie e dall’humus, dilavano libe­ramente lungo le pendici delle montagne, portando con sé una grande quantità di terreno fertile, fino a creare dissesti di ordine idrogeologico che poi sono alla base di alluvioni disastrose come quella di Sarno.

È impossibile quantificare il danno della perdita di un bosco; l’unico aspetto economico valutabile immediatamente è la perdita di materiale legnoso; non dimentichiamo, infatti, che l’Italia ogni anno importa dall’estero ingenti quantità di legno a costi altissimi. Se poi dovessimo aggiungere la perdita di vite umane e di manufatti, allora il danno sarebbe immenso.

COME INIZIA E SI PROPAGA UN INCENDIO

Generalmente gli incendi avvengono in estate, quando da settimane non piove e quando il continuo calore solare fa evaporare buona parte dell’acqua trattenuta dall’humus e dalle piante; in questo caso molte piante del sottobosco si seccano, l’erba ingiallisce e le foglie degli alberi cominciano ad “accartocciarsi”. In questa situazione basta una piccola sorgente di calore per scatenare il disastro. (Nell’Italia del Nord si può innescare un incendio anche in inverno a causa della siccità determinata dall’aria secca e dal vento freddo che accelera il disseccamento dell’erba e fa evaporare l’acqua trattenuta dall’humus; comunque sono incendi limitati che non arrecano danni gravi come quelli estivi.)

Ma cos’è questa sorgente di calore che può innescare un incendio? In periodi molto siccitosi può bastare una sigaretta ancora accesa lasciata cadere tra l’erba secca, scintille che escono da tubi di scappamento e dalle ruote dei treni in corsa, fuochi accesi per giocare o per cucinare e poi non spenti bene, fuochi accesi dai contadini per bruciare le stoppie dopo la mietitura: questi si chiamano eventi colposi cioè effettuati senza intenzione criminale, ma comunque causa d’incendio. Poi, purtroppo, ci sono incendi di natura dolosa, cioè determinati intenzionalmente dagli uomini, I motivi in questi casi sono per esclusivi interessi personali. Infatti brucia il pastore perché poi dalle ceneri del bosco con le prime piogge crescerà un’erba tenera e nutriente per le proprie pecore; brucia lo speculatore edilizio che, nonostante l’esistenza di leggi che sanciscono il divieto di costruzione in terreni boscati bruciati, spera
nella complicità di qualche amministrazione comunale per eludere la legge; brucia chi vuol danneggiare zone di interesse naturalistico al fine di dirottare, dopo il disastro, i turisti in altre aree con minori valori naturalistici e paesaggistici; bruciano poi i piromani, persone malate che nel divampare delle fiamme provano sensazioni di piacere.

L’incendio di un bosco non esplode improvvisamente, infatti inizia con il fuoco basso, che interessa erba secca, lettiera con foglie marcescenti, piccoli arbusti come le ginestre e cespugli, passa poi al fuoco medio che avvolge piccoli arbusti, alberi da frutto e le chiome più basse di alberi adulti e termina infine con il fuoco generale in cui viene coinvolto un intero bosco o parte di esso. Dalla prima fase (fuoco basso), alla terza (fuoco generale), intercorre sempre un certo tempo che può variare a seconda dell’ora del giorno (le ore più pericolose sono dalle 11 di mattina alle 18, quando il sole è più caldo), del vento presente e della pendenza del terreno (brucia più velocemente un bosco lungo un declivio di una collina o di una montagna, anziché un bosco sito in pianura). In termini reali dal primo focolaio all’incendio vero e proprio possono passare dai 30 minuti all’ora e mezza.

Un intervento tempestivo in questa delicata fase può scongiurare il disastro. Infatti su di un incendio “basso” bastano pochi volenterosi muniti anche solo di frasche verdi e di un po’ d’acqua per soffocare l’incendio. Sugli incendi boschivi medi e generali, servono squadre specializzate come quelle dei forestali o dei vigili del fuoco.

COSA FARE PER EVITARE GLI INCENDI DI BOSCHI

Esistono due momenti per la lotta contro gli incendi di bosco: uno personale ed uno collettivo-sociale, il secondo comunque non esclude il primo.

Pertanto intenzione nostra è quella di sollecitare, soprattutto nei giovani, un proprio individuale interesse nella lotta contro gli incendi di bosco.

Ma una persona da sola cosa può fare? Tanto per cominciare può evitare d’essere motivo diretto o indiretto di un incendio, evitando in estate di accendere fuochi nelle vicinanze di boschi e selve, evitando di fumare e gettare mozziconi tra l’erba di un bosco, ecc. Il primo momento è il comportamento personale nei confronti dell’ambiente naturale, il successivo è quello della vigilanza sul comportamento degli altri. In questa seconda fase si dovrà intervenire prima sui propri genitori, parenti ed amici e poi nei confronti degli estranei, facendo notare ad esempio che accendere un fuoco vicino agli alberi, a cespugli e piccoli arbusti è estremamente pericoloso; gettare anche un mozzicone di sigaretta acceso da un finestrino dell’auto in corsa può determinare l’inizio di un incendio sul bosco che costeggia la strada. Fin qui potremo chiamarla fase “protettiva”; seguirà poi quella attiva, quella cioè dell’intervento diretto, come spegnere una cicca ancora accesa che brucia tra l’erba, smorzare con acqua o terra un fuoco lasciato acceso da turisti disattenti e chiamare per telefono forestali, vigili del fuoco, carabinieri e addetti comunali appena si dovesse scorgere del fumo sospetto tra gli alberi.

A questo proposito si consiglia di portare sempre con sé un taccuino con numeri utili per eventuali pronti-interventi; la scheda stampata nell’ultima pagina potrebbe servire allo scopo.

In caso di incendio già ben sviluppato sarà meglio evitare di correre da soli a cercare di spegnerlo a meno che non si abbia un’età adulta e che si conoscano i primi rudimenti dell’attacco al fuoco, e questo per evitare pericoli per la propria incolumità. Se l’amore per la natura è tale per cui si vorrebbe essere più coinvolti nella difesa attiva dei boschi, allora sarà bene accordarsi con altri amici per costituire dei gruppi di sorveglianza al fine di verificare l’eventuale insorgere di focolai d’incendio, comunicando tempestivamente il fatto a chi di dovere. Un altro scopo di questo eventuale gruppo di sorveglianza potrebbe essere quello di fare azione di sensibilizzazione presso i frequentatori dei boschi.


QUESTE LE REGOLE PER EVITARE CHE I BOSCHI BRUCINO:

1 –   Non gettare, dai finestrini delle auto, mozziconi di sigaretta ancora accesi;

2 –   Non accendere fuochi in prossimità di aree boscate;

3 –   Non accendere in campagna le stoppie in periodi di forte calura e comunque senza aver prima preso le giuste precauzioni;

4 –   Se si vede un piccolo fuoco lungo il ciglio della strada o dentro un bosco non andarsene via come se la cosa non ci riguardasse, ma provvedere con le proprie forze a spegnerlo;

5 –     Se l’incendio è già di medie proporzioni avvisare subito i Forestali o i Vigili del Fuoco.

6 –   Se ci si trova impegnati a spegnere un incendio è importante ricordarsi quanto segue:

a)     usare una frasca verde battendo con decisione sulla base delle fiamme, se si ha a disposizione una pala cercare della terra e gettarla sulla base delle fiamme;

b)     non mettersi mai davanti al fronte del fuoco se spira del vento, il calore e il fumo potrebbero far perdere i sensi; con vento forte è consigliabile attaccare il fronte del fuoco ai lati;

c)     per proteggersi dal fumo è sufficiente un fazzoletto sul volto bagnato con acqua;

d)     non affrontare le fiamme da soli, da sempre in compagnia, in caso di malessere si può essere soccorsi in tempo;

e)     se si vuol bloccare il fronte del fuoco con una linea tagliafuoco è necessario scegliere lungo la strada di avanzamento delle fiamme una zona meno boscata e solo lì iniziare a sterrare e a tagliare i vari arbusti;

f) evitare nella maniera più assoluta di accendere controfuochi soprattutto se c’è vento, questa difficilissima operazione va lasciata fare solo a chi è competente nella lotta contro gli incendi boschivi;

g) spento un incendio non lasciare mai la zona, perché il fuoco potrebbe riprendere, dopo aver “camminato” attraverso le radici, da un’altra parte, ma effettuare un accurato controllo del perimetro dell’incendio, bonificando definitivamente le zone ancora fumanti.

Infine non stancarsi mai di sensibilizzare gli altri sulla necessità di proteggere il nostro già esiguo patrimonio boschivo, fonte di vita e di interesse turistico. Distrutti altri boschi vorrebbe dire facilitare i processi di erosione e desertificazione che già stanno interessando alcune regioni meridionali del nostro paese.


COSA FARE IN CASO D’INCENDIO

Chiamare il Numero telefonico nazionale 1515 del CORPO FORESTALE DELLO STATO o gli altri numeri di pronto intervento.

Seguire le regole suggerite qui di seguito:

  • Se è un principio di incendio, tentare di spegnerlo, solo se si è certi di una via di fuga, tenendo le spalle al vento e battendo le fiamme con un ramo verde fino a soffocarle;
  • Non sostate nei luoghi sovrastanti l’incendio o in zone verso le quali soffi il vento;
  • Non attraversate la strada invasa dal fumo o dalle fiamme;
  • Non parcheggiate lungo le strade. L’incendio non è uno spettacolo;
  • La strada è chiusa? Non accodatevi e tornate indietro;
  • Permettete intervento dei mezzi di soccorso, liberando le strade e non
  • ingrombrandole con le proprie autovetture;
  • Indicate alla squadre antincendio le strade o i sentieri che conoscete;
  • Mettete a disposizione riserve d’acqua ed altre attrezzature;

SE SIETE CIRCONDATI DAL FUOCO

  • Cercate una via di fuga sicura: una strada o un corso d’acqua.
  • Attraversate il fronte del fuoco dove e’ meno intenso, per passare dalla parte già bruciata.
  • Stendetevi a terra dove non c’e’ vegetazione incendiabile. Cospargetevi di acqua o copritevi di terra. Preparatevi all’arrivo del fumo respirando con un panno bagnato sulla bocca.
  • In spiaggia raggruppatevi sull’arenile e immergetevi in acqua . Non tentate di recuperare auto, moto, tende o quanto vi avete lasciato dentro. La vita vale più di uno stereo o di uno zainetto!
  • Non abbandonate una casa se non siete certi che la via di fuga sia aperta. Segnalate la vostra presenza.
  • Sigillate (con carta adesiva e panni bagnati) porte e finestre. Il fuoco oltrepassera’ la casa prima che all’interno penetrino il fumo e le fiamme.
  • Non abbandonate l’automobile. Chiudete i finestrini e il sistema di ventilazione. Segnalate la vostra presenza con il clacson e con i fari.

www.corpoforestale.it

 

Pubblica Assistenza Protezione Civile Porto Azzurro